Uno dei parchi eolici più antichi d’Australia estende la sua durata fino a 30 anni

Uno dei parchi eolici più antichi dell’Australia, e il primo costruito nell’Australia Meridionale, ha confermato che posticiperà di sette anni la data di chiusura prevista, chiudendo ora nel 2033, circa 30 anni dopo la sua apertura.

Il parco eolico di Starfish Hill è stato inaugurato nel 2003 e ha contribuito a dare il via alla straordinaria transizione nell’Australia meridionale che ha portato alla chiusura degli impianti di generazione a carbone dello stato nel 2016 e ad una quota del 75% di energia eolica e solare negli ultimi 12 mesi . Lo Stato mira a raggiungere il 100% di energia rinnovabile netta entro il 2027.

L’impianto di Cape Jervis è dotato di sole 22 turbine NM64 di fabbricazione danese con una capacità di 1,5 MW ciascuna, per una capacità totale del parco eolico di 33 MW. (Il progetto è iniziato con 23 unità, ma una turbina ha preso fuoco nel 2010 e non è stata sostituita.)

I nuovi parchi eolici sono dotati di turbine con una capacità di circa 6 MW e un’altezza delle pale fino a 260 metri, rispetto ai 100 metri di Starfish Hill.

L’estensione della vita del parco eolico non è sorprendente dato che il mese scorso è stato annunciato un nuovo accordo di acquisto di energia decennale con Zen Energy, sviluppatore e rivenditore di energia rinnovabile con sede ad Adelaide. L’estensione è stata rivelata sulla pagina di informazioni sulla generazione dell’operatore di mercato.

Ma la longevità del progetto Starfish Hill serve anche a smentire alcune delle sciocchezze che circolano sui social media, e purtroppo amplificate in alcuni media mainstream, secondo cui i parchi eolici hanno una durata di vita limitata a 10-15 anni e che i macchinari non possono essere riciclati.

Questa settimana il ministro dell’Energia del Queensland, Mick de Brenni, ha sfoggiato un paio di scarpe da ginnastica realizzate con pale di turbine eoliche riciclate in Spagna, dove l’industria eolica è molto più antica e dove si stanno costruendo numerosi impianti di riciclaggio.

De Brenni ha osservato che il 90% dei macchinari eolici sono facilmente riciclabili perché costituiti da acciaio e altri metalli. La parte impegnativa sono le lame in fibra e resina, ma soluzioni innovative come le scarpe dimostrano che le soluzioni possono essere trovate.

Immagini tramite: ratchaustralia.com

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