Cerchiamo il contrasto, cerchiamo quell’Argentina possibile. Oggi, più appropriato, impossibile. Dal Ticino, a La Argentina Posible, dall’altra parte di tutto quello che è successo questo mercoledì. Di tutta la violenza e la follia che hai già raccontato ieri durante tutta la giornata Catena 3.
Questo è chiaramente l’altro lato, quello che siamo andati a cercare nell’interno, nelle città. Con determinazione, fatica, lavoro e dedizione, abbiamo scoperto una regione dove quasi tutti i suoi 3.000 abitanti hanno la piena occupazione.
Ieri siamo arrivati alle 11.15 e sembrava domenica o giorno festivo perché non c’era gente per strada ma poi ci siamo accorti che tutti lavoravano. Qualcuno mi ha detto: “Qui ci sono tre negozi di ferramenta e un bowling (bar), lavorano qui”.
Questa mattina abbiamo parlato con un impiegato comunale che lavora 10 ore e mezza al giorno; Abbiamo anche visitato una panetteria aperta tutto il giorno dove i proprietari lavorano con le loro due figlie.
Ma il Ticino ha la sua massima espressione grazie alla produzione di arachidi di Lorenzati Ruetsch; un’azienda grande quanto una città con 60 ettari e 700 dipendenti.
Non solo producono arachidi ma anche pasta di arachidi, olio di arachidi e generano persino energia dai gusci di arachidi da vendere alla rete nazionale.
Questa è l’altra faccia di ciò che abbiamo visto ieri a Buenos Aires, l’altra Argentina. Mentre tutto accadeva, ero dentro una fabbrica per vedere come funziona l’Argentina e come può andare avanti.
Sono nella vera Argentina, non solo possibile. Qui c’è industria e tecnologia all’avanguardia; Qui il valore viene aggiunto al prodotto di base e reinvestito nel paese.
Ho parlato con Dardo Lorenzati, uno dei titolari dell’azienda che assicura che un’Argentina è possibile se lavoriamo tutti insieme per migliorare la qualità della nostra vita.
Ecco come vedo il Ticino e questa parte del Paese: come l’Argentina possibile. Dove non solo viene prodotto ma viene anche aggiunto valore al prodotto finale e reinvestito nel Paese stesso.
Torneremo più tardi con un’altra boccata d’aria fresca da qui, dove tra l’altro, vi dico, si mangia molto bene.
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